Zampognari

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Zampognari – by E.  – 2009 –  Tempera all’uovo su MDF

Il suono delle zampogne mi ricorda gli zampognari che passavano per via Napione facendoci pregustare il Natale, ed i versi di Giovanni Pascoli de “Le ciaramelle”.

Udii tra il sonno le ciaramelle
ho udito un suono di ninna nanna
ci sono in cielo tutte le stelle
ci sono i lumi nelle capanne.
[…]
Nel cielo azzurro tutte le stelle
paion restare come in attesa;
ed ecco alzare le ciaramelle
il loro dolce suono di chiesa;
suono di chiesa, suono di chiostro,
suono di casa,suono di culla,
suono di mamma,suono del nostro
dolce e passato pianger di nulla.

Orassion

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2002 – Tempera all’uovo su MDF

Orassion

Oh Signor
La vita e l’onor
Gran da vèndi
Sòld da spèndi
Un bel’òm en ‘t as mond
‘L Paradis ent l’autr
Oh Signor
Mi av ciamo
Niente d’autr.

[Preghiera
Oh Signore
la vita e l’onore,
grano da vendere,
soldi da spendere.
Un bell’uomo in questo mondo,
il Paradiso nell’altro.
Oh Signore,
non chiedo
nient’altro.]

Le mie maestre

Le mie maestre2008 – by E. – Tempera all’uovo su MDF
Ho frequentato l’asilo e le scuole elementari dalle suore tedesche, all’Istituto di Nostra Signora. Le mie maestre erano tutte suore e le ricordo con gratitudine. Indossavano un abito molto severo che sicuramente aumentava la loro autorevolezza. Anche i loro nomi invitavano alla serietà: Suor Maria Consuelo era la direttrice,suor Maria Leocardi era la maestra dell’asilo, suor Maria Auxiliae e suor Maria Winfriede erano le maestre delle classi elementari e suor Maria Lucrezia era l’insegnante di pianoforte.

 

Fè i gran

2007 – FE’ I GRAN  – Tempera all’uovo su MDF
Fé i gran è un’ espressione breve che riassume un lungo e faticoso lavoro che comprende diverse operazioni: la mietitura, la legatura dei covoni, la spigolatura, il trasporto ed il ricovero in cascina del raccolto e la trebbiatura. Il tutto con la preoccupazione che un temporale potesse compromettere il raccolto. Adesso le cose son cambiate e con le nuove macchine si fa tutto in una volta sola. Credo però che, dopo aver sbriciolato una spiga nella mano, si faccia ancora quel soffio che libera i chicchi dalla pula per apprezzarne la qualità.

L’aratura

L’aratura2000 – Terracotta

“Andé d’avais a lauré” era una frase che sentivo ripetere sovente quando la domenica andavamo a Moriondo.
Il lunedì mattina io sarei andata a scuola mentre Eleonora e Teresina sarebbero andate d’avaid a lauré.
Erano parole un po’ misteriose, anche se sapevo che si riferivano all’aratura. Un giorno feriale d’autunno, non ricordo per quale motivo, sono andata a Moriondo con papà e alla Cichin-a, scollinando, ho visto all’improvviso Teresina, la mucca, l’aratro e barba Ceco ed ho capito.

Notte di guardia

Notte di guardia2004 – Tempera all’uovo su MDF

Mia mamma raccontava:
“La mia prima notte di guardia come infermiera è stata tragicomica: la consegna era quella di custodire una pazza. Era seduta in un angolo, indossava la camicia di forza e mi fissava con insistenza; sicuramente si era accorta che avevo paura di lei. Ad un certo punto, essendo riuscita ad infilare un dito in una cucitura, con un urlo e una risata ha squarciato la camicia di forza ed io…sono scappata terrorizzata”.

La conserva

2001 – La conserva – Tempera all’uovo su MDF

Fare la conserva era uno dei riti dell’estate.
Il giorno prima la mamma andava al mercato e comprava le ceste di pomidoro che venivano poi consegnate a casa da un carro tirato dalle mucche. In un angolo del cortile veniva preparato un fornello provvisorio con il fuoco a vista usando dei mattoni e della lamiera ondulata. Il grande giorno sul fuoco veniva sistemata la “peirola”: il paiolo di rame in cui dovevamo cuocere i pomidoro. Prima si facevano “cherpè”, cioè cuocere finchè non si disfacevano un poco, poi si toglievano dal fuoco e si facevano colare per togliere l’acqua attraverso una “raiola” cioè una tela di canapa consumata, quindi si passavano a macchina e poi si facevano ricuocere finchè la conserva non raggiungeva la giusta consistenza: finchè il bastone che serviva per rimestare non stava dritto o quasi.
Così si faceva notte.
Una volta papà tornando di notte da Roma ha individuato dall’aereo il nostro cortile dal fuoco della conserva.

La sarta

20021922: la mamma torna da scuola –  Tempera all’uovo su MDF

Mia mamma raccontava:
“Povra mama, che ‘d sacrifissi ch’a l’ha fàit! Mi rivava da scòla e la trovava ca cusija a machina tuta anteruvuijà ‘nt la mantlin-a da soldà ed mé papà con la stùa destissa. Per fé conomia a l’anviscava mach quand che mi-i rivava da scòla”.
Mia nonna Domenica, detta Michin, faceva la sarta, morì di setticemia a 36 anni, il nonno Gioacchino, che lavorava allArsenale Militare, mandò la mamma, che aveva nove anni, in collegio alle “figlie dei Militari”.
“Mio papà è morto un anno dopo, chissà di che cosa, secondo me di crepacuore”.

Al pascolo

2002Al pascolo – Tempera all’uovo su MDF          

Parecchie volte sono andata al pascolo con le mie cugine. Era un lavoro strano , perché sembrava di non fare niente, però era necessario: dovevamo sorvegliare che le mucche non si allontanassero, non andassero “ ‘n sel so dij aotri” e non mangiassero il trifoglio che “le faceva scoppiare”.